Una delle tematiche che maggiormente sono di interesse del comparto giuridico relativo alle entità di tipo associativo è quella riguardante la differenza tra la qualifica di socio e quella di tesserato.
Tale distinzione, lungi dall’essere accessoria o di poco conto, ha implicazioni importanti nella vita di ogni Organizzazione del Terzo settore, specialmente in considerazione del fatto che la mancanza di consapevolezza da parte dei dirigenti sportivi delle rispettive specificità può portare addirittura a minare l’intero assetto associativo dell’ente sportivo.
In primis, è necessario operare una distinzione tra i concetti stessi di Rapporto associativo e Rapporto di tesseramento. Il diritto di associazione è codificato e riconosciuto costituzionalmente dall’art. 18 (I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale) e a livello civile dall’art.36 e successivi del Codice Civile. Il rapporto associativo può definirsi contratto plurilaterale a struttura aperta con comunione di scopo che, per definirsi tale, necessità dei seguenti elementi: forma scritta, una manifestazione di volontà da parte dell’associato, la condivisione degli scopi statutari, non temporaneità del rapporto.
Invece, il Rapporto di tesseramento si configura quale rapporto trilaterale tra atleta, Società sportiva e FSN o EPS (salvo quei casi in cui i regolamenti federali consentono all’atleta il tesseramento diretto personale). Tale Rapporto non deve essere necessariamente di natura associativa e può essere temporaneo, con durata pari all’anno sportivo.
Sotto il profilo fiscale, non vi sono differenze tra i due rapporti, giacché, a norma del comma 3 dell’art. 148 T.U.I.R., la decommercializzazione dei corrispettivi specifici è applicabile, nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti, di altre associazioni che svolgono la medesima attività e che per legge, regolamento, atto costitutivo o statuto fanno parte di un’unica organizzazione locale o nazionale, dei rispettivi associati o partecipanti e dei tesserati delle rispettive organizzazioni nazionali.
Concludiamo dicendo che il Libro soci e l’Elenco tesserati pur potendo apparire speculari, quanto a modalità di tenuta e redazione, non sono la stessa cosa e devono essere ben distinti, soprattutto in considerazione del fatto che un errore in tal senso può avere assoluta rilevanza ai fini della stabilità organizzativa delle realtà associative.